giovedì 16 giugno 2016

Un colonizzatore fumettoso

Dopo averlo cercato invano a buon prezzo... ecco una buona offerta su uno dei noti siti on-line. Quindi il gruppo di acquisto si mobilita e la chat di WhatsApp inizia subito a surriscaldarsi.
Risultato? Finalmente LadyCubetto riesce ad ottenere la scatola che voleva, ok ne abbiamo letto bene e letto male, ma volevamo fare come san Tommaso e provarlo da noi.

Quindi qualche settimana fa è arrivata a casa la scatola di 

Coloni Imperiali

Iniziamo col dire che non si può parlare di questo gioco dopo una o due partite, perchè bisogna entrare nella meccanica delle azioni delle carte che sono fortunatamente tante.

Gioco del 2014 di Ignacy Trzewiczek, da 1 a 4 giocatori.
Dalla durata di un ora o due in 4, se ci sono pensatori.

Ogni giocatore guida una dei 4 popoli presenti nella scatola
  • Romani
  • Barbari
  • Giapponesi
  • Egizi
ognuno con le proprie abilità e mazzo di carte, eh si solo carte e nessun dado. Al massimo una serie di token (beh quelli ci devono essere eheheh) che rappresentano risorse e persone.

I token sono bellissimi e diversi dai soliti che abbiamo negli altri giochi che possediamo. Ormai il mercato si sta specializzando sempre di più ed è difficile trovare giochi che hanno cubetti colorati per identificare risorse diverse, ma segnalini in legno ben definiti. 

Il gioco si spiega in 15 minuti massimo, dura 5 turni e ogni turno ha 3 fasi:
  1. esplorazione;
  2. azioni;
  3. pulizia.
da seguire esattamente nell'ordine appena detto.

La plancia dei Barbari
Ogni giocatore parte con una propria plancia dove è definito cosa produce e che risorsa può stoccare ad ogni esplorazione. Per tutte le razze nella parte bassa è riassunto cosa si può barattare.


Quindi l'azione di esplorazioni sta nel rimpinguare le proprie risorse e pescare le carte che ogni giocatore usa durante il suo turno. Si pesca una carta dal proprio mazzo e altre due dal mazzo comune. Queste vengono poste sul tavolo e scelte dai giocatori a mo di draft.


Creata la propria mano ogni giocatore può fare un'azione a testa finché non passa. Cioè può attivare un azione, scambiare risorse, costruire un edificio, razziare.
Quando non può o non vuole fare altro, passa.

Conclusi i turni il gioco finisce e si fa la conta dei punti.

Come detto per poterlo apprezzare bisogna giocare più di una partita, perchè le razze presenti hanno azioni speciali risorse da produrre ed edifici diversi. Oltretutto i mazzi di ogni razza sono molte e quindi è difficile vederle e ricordarle tutte da una partita all'altra, ma conosciute le peculiarità di ogni razza si può cercare di seguire una certa strategia per vincere la partita. I barbari ad esempio "producono" persone e attaccano molto le altre razze mentre i romani sono costruttori.

Dopo un po' di partite abbiamo iniziato a padroneggiare le varie razze e il gioco scorre fluido. L'interazione è molto forte, soprattutto con le razzie.
Insomma, a me il gioco piace!

Mentre LadyCubetto dopo la prima partita ha commentato: "Io dormivo, quindi non ho capito la filosofia del gioco (leggi strategia). Però sono rimasta molto contrariata dalle carte: scritte minuscole, assolutamente non ergo-giocabili: 90% dello spazio coperto da colori, le informazioni necessarie quasi invisibili e non le puoi manco impilare perché copri tutto. Avrebbero dovuto almeno fare un riassunto in simboli... il fumettista mi piace molto. Ma se vuoi razziare gli altri, e non ti arriva una delle rare carte che danno spade, lo puoi fare due volte in tutto il gioco. Insomma interazione pressoché nulla. Spero di cambiare idea rigiocandolo..."

Ecco sul fatto che le carte potevano essere più ergo-giocabili sono pienamente d'accordo.

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